IONOFORESI

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La ionoforesi è una metodica terapeutica che provoca la penetrazione di un medicamento direttamente nella zona da trattare (attraverso i dotti ghiandolari ed i canali piliferi) per mezzo dell’applicazione di una corrente elettrica continua. Il farmaco prescelto, avente prevalentemente carica elettrica positiva o negativa, va posto sull’elettrodo con la stessa polarità, causando così una migrazione ionica del farmaco di qualche millimetro sotto la cute. La dismissione ionoforetica ha il vantaggio di ridurre gli effetti collaterali sistemici del farmaco. Gli svantaggi della ionoforesi sono costituiti da possibili irritazioni e ustioni cutanee.

Gli effetti della ionoforesi sono diversi: prima di tutto permette l’introduzione nell’organismo di un farmaco puro senza l’obbligo di mescolarlo ad altre sostanze che lo veicolino (eccipienti); gli effetti sono molto più rapidi rispetto a quelli previsti dai farmaci assimilabili per uso orale e non solo. Inoltre non provoca danni a organi e tessuti e gli ioni che vengono veicolati nell’organismo si combinano con proteine plasmatiche che consentono al farmaco una maggiore permanenza in circolo.  In ultimo, il rilascio del farmaco avviene in modo più lento e prolungato nel tempo e le terminazioni nervose vengono iperpolarizzate e la soglia di eccitabilità si alza, producendo un effetto antidolorifico.

La durata della terapia va dai 20 ai 30 minuti e prevede l’applicazione sulla cute, in corrispondenza dell'area da trattare, una sostanza ionizzata analgesica o antinfiammatoria in forma liquida o in gel. La sostanza viene poi coperta da un elettrodo (polo positivo o negativo, a seconda del farmaco impiegato).

Il circuito viene chiuso da un altro elettrodo posto abitualmente dal lato opposto dell’articolazione da trattare.

Il circuito è percorso da una corrente continua a bassa intensità (non oltre 20 mA), per circa 10-20 minuti. La corrente “trascina” il farmaco con una concentrazione efficace fino ad alcuni centimetri di profondità.

Principali indicazioni sono:

  • Affezioni artrosiche e post – traumatiche
  • Paresi del nervo facciale
  • Nevralgie
  • Tendiniti ed affezioni infiammatorie in genere

E’ importante sottolineare che l’applicazione di questo tipo di terapia porta con sé una serie di controindicazioni. Come tutte le terapie elettriche è sconsigliata nelle donne in gravidanza, nei portatori di pace-maker, nei pazienti con lesioni cutanee, nei pazienti affetti da polineuropatie o aritmia cardiaca nei pazienti cardiopatici gravi, nei pazienti epilettici, in caso di tumore e in presenza di corpi metallici endotissutali nel campo elettrico.

Inoltre altre controindicazioni riguardano la tipologia di farmaco applicato che deve essere sotto prescrizione medica come la modalità di applicazione della terapia.