CORRENTI DIADINAMICHE
Le correnti diadinamiche furono introdotte da Bernard nel 1929 e sono correnti a bassa frequenza modulate, finalizzate alla stimolazione del tessuto biologico al fine di produrre una risposta benefica. Nello specifico sono correnti unidirezionali ed emisinusoidali a bassa frequenza. Si tratta di una elettroterapia antalgica così come la Tens con la quale condivide l’azione sulle fibre nervose sensitive, allo scopo di innalzare la soglia del dolore e favorire la liberazione di endorfine.
L’effetto principale è sicuramente quello analgesico, legato all’inibizione delle terminazioni sensitive periferiche ma anche quello trofico, legato alla vasodilatazione e assorbimento degli edemi. Tra le patologie più trattate abbiamo:
- tendinite
- postumi dolorosi di traumi articolari
- artropatie acute e croniche
- algie muscolari
- fasi acute di rachialgie nei diversi distretti
- “periartrite” scapolo omerale
- gonalgia
- epicondilite ed epitrocleite
Le correnti diadinamiche comprendono: corrente monofase, difase, modulata in corto periodo, modulata in lungo periodo, sincopata. È opportuno utilizzare le varie modulazioni sovraesposte per evitare l’assuefazione da parte dei tessuti su cui agiscono.
Le indicazioni dei diversi tipi di corrente possono così essere riassunte:
- algie spastiche;
- atonie muscolari;
- rigidità articolari;
- turbe trofiche;
- algie post-traumatiche localizzate.
È importante sottolineare che l’applicazione di questo tipo di terapia è sconsigliata nelle donne in gravidanza, nei portatori di pace-maker, nei pazienti cardiopatici gravi, in caso di tumore e in presenza di corpi metallici endotissutali nel campo elettrico. Inoltre le correnti vengono regolate in base alle sensazioni del paziente che segnala la soglia di percezione dello stimolo e del dolore ma è importante che non si superino i 10 minuti di applicazione.