CORRENTI DIADINAMICHE

/news_foto_134_85580292.png

Le correnti diadinamiche furono introdotte da Bernard nel 1929 e sono correnti a bassa frequenza modulate, finalizzate alla stimolazione del tessuto biologico al fine di produrre una risposta benefica. Nello specifico sono correnti unidirezionali ed emisinusoidali a bassa frequenza. Si tratta di una elettroterapia antalgica così come la Tens con la quale condivide l’azione sulle fibre nervose sensitive, allo scopo di innalzare la soglia del dolore e favorire la liberazione di endorfine.

 

 

L’effetto principale è sicuramente quello analgesico, legato all’inibizione delle terminazioni sensitive periferiche ma anche quello trofico, legato alla vasodilatazione e assorbimento degli edemi. Tra le patologie più trattate abbiamo:

 

  • tendinite
  • postumi dolorosi di traumi articolari
  • artropatie acute e croniche
  • algie muscolari
  • fasi acute di rachialgie nei diversi distretti
  • “periartrite” scapolo omerale
  • gonalgia
  • epicondilite ed epitrocleite

 

 

Le correnti diadinamiche comprendono: corrente monofase, difase, modulata in corto periodo, modulata in lungo periodo, sincopata. È opportuno utilizzare le varie modulazioni sovraesposte per evitare l’assuefazione da parte dei tessuti su cui agiscono.

 

Le indicazioni dei diversi tipi di corrente possono così essere riassunte:

  • algie spastiche;
  • atonie muscolari;
  • rigidità articolari;
  • turbe trofiche;
  • algie post-traumatiche localizzate.

 

È importante sottolineare che l’applicazione di questo tipo di terapia è sconsigliata nelle donne in gravidanza, nei portatori di pace-maker, nei pazienti cardiopatici gravi, in caso di tumore e in presenza di corpi metallici endotissutali nel campo elettrico. Inoltre le correnti vengono regolate in base alle sensazioni del paziente che segnala la soglia di percezione dello stimolo e del dolore ma è importante che non si superino i 10 minuti di applicazione.